Marchesi Ruffo della Scaletta

Si presentano a Firenze sei cantine umbre unite sotto un titolo che vuole rappresentare quasi una dichiarazione di intenti “Cantine Etiche”. Tutto è cominciato con un’idea semplice, quasi spontanea: un gruppo di produttori che si uniscono per aiutarsi a vendere meglio. Un progetto nato con il pragmatismo di chi vive e lavora tra le vigne, ma che ben presto ha rivelato radici ben più profonde. Perché dietro ogni bottiglia c’era molto più che un prodotto da promuovere: c’era uno stile d’impresa, un’etica condivisa, un amore profondo per la terra e per le persone.

Un’alleanza destinata a durare

Nasce così la rete “Cantine Etiche”, un’alleanza tra sei imprenditori uniti da un legame viscerale con l’Umbria – terra d’origine o terra del cuore – e da un desiderio comune: lasciare un segno positivo e duraturo. Le loro aziende non sono solo cantine, ma anche relais e agriturismi incastonati tra casali restaurati con cura e borghi pieni di storia. La passione per il bello e il buono si traduce in scelte quotidiane rispettose dell’ambiente, del paesaggio e delle comunità locali.

I territori parlano attraverso i vini. A Narni, nei terreni pliocenici delle cantine Collespino, Santo Iolo e Marchesi Ruffo della Scaletta, nascono Vermentino, Malbec, Alicante, Sangiovese, Ciliegiolo e Sagrantino, vitigni che affondano le radici in una terra antica. Al castello di Montoro, non troppo distante i vitigni utilizzati sono Sangiovese, Merlot, Syrah, Grechetto, Chardonnay e Trebbiano. A San Venanzo e Villanova, dove si trovano Villa Bucher e Tenuta dei Mori, il suolo vulcanico dà vita a Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, ma anche a esperimenti su varietà autoctone che raccontano la ricchezza di un territorio in continua evoluzione.

 

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