Chi siamo
Ruffo della Scaletta è una famiglia e un grande progetto agricolo, in Umbria, su terreni che si estendono per ben 650 ettari. La cura dei dettagli, il miglior risultato possibile in ogni cosa che facciamo, la salvaguardia della natura e della biodiversità, sono i principali obiettivi. Ieri, come oggi e domani, in una storia che si rinnova di generazione in generazione.
Oggi l’azienda è condotta con entusiasmo crescente da Rufo Ruffo, imprenditore brillante e dinamico che sta dando valore alle terre di famiglia, anche grazie ad un gruppo di lavoro sempre più affiatato e competente. La sua “visione” è semplice, in perfetto equilibrio tra i valori di un’attività storica, radicata nel territorio, e la voglia di futuro. Tradizione e contemporaneità, metodi antichi e innovativi per mantenere l’eccellenza dei risultati a cui l’impresa ha sempre ambito.
Una storia di famiglia
Come spesso accade, anche la storia dei Ruffo in Umbria è frutto di scelte curiose, difficili da spiegare. All’inizio del XIX Secolo, Francesco Ruffo della Scaletta, figlio del Principe Vincenzo, alla morte di questo ricevette la sua eredità in denaro mentre le proprietà immobiliari andarono al fratello primogenito, secondo la legge del Regno delle Due Sicilie. Per motivi ancora sconosciuti, Francesco decise di investire l’eredità in una vasta tenuta del comprensorio narnese, nella parte meridionale dell’Umbria.
A fine Ottocento, la nuora di Francesco, Maria Pia Gerini, insieme al marito Alfonso, comprò il palazzo Conestabile della Staffa nel centro di Narni, il borgo sottostante la Rocca di Albornoz, già caserma dell’Armata Pontificia, nonché altri poderi sulle colline verso Otricoli ed il Lazio. L’azienda, a questo punto, comprendeva circa sessanta poderi, concessi a mezzadria, e numerosi immobili urbani.
Nel periodo fra le due guerre mondiali, sotto la conduzione di Michele, figlio di Alfonso e Maria Pia, ricevette numerosi premi. Il tutto fino all’estromissione di questi, visto il rifiuto di iscriversi al Partito Nazionale Fascista.
Terminata la guerra, Ruffo della Scaletta fu dichiarata “azienda modello”. E lo era davvero! Basti pensare che venne installato uno dei primi impianti di irrigazione a pioggia e avviata la coltivazione del tabacco. La cosa è assai curiosa, visto il regime di monopolio che permetteva all’agente della Guardia di Finanza, addetto al controllo delle foglie in essiccazione, di perquisire le lavoratrici che vi erano impiegate!
In quel periodo furono restaurate numerose case coloniche, ampliati vigneti e oliveti. Purtroppo, i ripetuti terremoti danneggiarono le prime e la gelata del 1956 i secondi. I tempi stavano cambiando e la mezzadria ormai era entrata in crisi. Rufo, figlio di Michele, prese la situazione in mano: risolse tutti i rapporti mezzadrili e trasformò la conduzione dell’impresa, facendola entrare nella modernità.
Gli anni ‘80 e ’90 del Novecento furono quelli del grande rinnovamento dei vigneti, secondo i più moderni criteri della tecnica agraria. Un passo importante per la qualità dei vini e l’avvio di una fiorente vendita diretta.
Dopo la scomparsa di Rufo, il fratello Carlo, in attesa che il proprio figlio Rufo conseguisse la e la necessaria esperienza, continuò la politica aziendale che tanto successo aveva avuto.
Gli anni più recenti sono quelli dell’ingresso in azienda di Rufo Ruffo (nipote del primo Rufo e figlio di suo fratello Carlo). Conseguita la Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, comprese che solo l’aumento radicale della qualità avrebbe permesso all’azienda di prosperare. Le stalle vennero ammodernate per avviare un importante allevamento di Chianina IGP, così come si continuò a investire sul miglioramento dei vigneti e degli oliveti.
Dopo la crisi del 2008, venne istallato un impianto di produzione di biogas, per la trasformazione del letame e dei cereali prodotti in azienda in energia elettrica da fonte rinnovabile. Una scelta avveniristica e lungimirante, i cui frutti sono oggi più positivi che mai.
Oggi l’azienda, guidata dalla sesta generazione di famiglia, è entrata nel terzo secolo di vita con rinnovata fiducia nel futuro. I Ruffo continuano ad investire risorse ed energie, rafforzando sempre più il legame con il territorio e con l’ambizione di realizzare vini sempre più originali e identitari. Il tutto all’interno di una realtà agricola poliedrica che mantiene le sue diverse anime e, oggi come ieri, punta all’eccellenza di ognuna e all’armonia del tutto.
Sostenibilità ambientale
L’equilibrio e il rispetto della natura hanno sempre orientato le nostre scelte. Sostenibilità non è per noi uno slogan “vuoto” ma un’indagine continua riguardo le buone pratiche da adottare, che non sono immutabili ma vanno continuamente aggiornate. La biodiversità è un chiodo fisso, un patrimonio che custodiamo gelosamente e di cui siamo fieri. Dell’intera tenuta, bel 150 ettari sono occupati dal bosco. Un polmone verde che garantisce il giusto equilibrio tra vegetazione spontanea e terre coltivate. Basti pensare che la vigna occupa solo 30 ettari e l’oliveto appena 10. La conduzione agronomica è “integrata” e certificata SQNPI, volta alla continua e drastica riduzione di sostanze chimiche, acqua ed energia. Da tempo abbiamo avviato un impianto di biogas per l’energia rinnovabile, con tecnologia 4.0. L’autosufficienza energetica è un risultato tangibile che fa bene alla natura e all’impresa, capace di unire sostenibilità ambientale ed economica.
I principali progetti
Una realtà agricola così ampia merita progetti articolati, variegati, in continuo movimento. Ci sentiamo custodi della buona terra, la rispettiamo e vogliamo valorizzarne le diverse caratteristiche. La vigna e il vino sono sempre stati importanti e oggi lo sono più che mai, così come l’olivo, pianta benedetta in Umbria, e l’olio extravergine (EVO) che se ne ottiene. I terreni in pianura, attraversati dal fiume Nera, sono dedicati ai seminativi e non manca uno splendido allevamento di Chianina IGP, con circa 150 capi.
Il territorio
Ruffo della Scaletta si trova nella parte meridionale dell’Umbria, a cavallo di due appezzamenti. Quello di Narni Scalo, in pianura, è dedicato ai seminativi, alla produzione di fieno e all’allevamento di Chianina, lo straordinario vitellone bianco delle nostre terre. La parte collinare, tra i comuni di Calvi e Otricoli, è impiantata a vigneto e oliveto.
Le vigne
Le nostre vigne si dividono in due colline attigue e altrettanti versanti, in maniera praticamente speculare: 15 ettari da una parte e 15 dall’altra. Le altezze variano dai 200 ai 250 metri, a garanzia di buone giaciture, irradiazione solare, ventilazione ed escursioni termiche. I terreni marini, di origine pliocenica, con presenza di fossili e conchiglie, fanno il resto. Un fattore decisivo che conferisce ai vini il tipico carattere sapido e minerale.
Su queste colline abbiamo impiantato diverse varietà di uve, sperimentando molto ma finendo per tornare alla più autentica tradizione della zona. Ecco perché, oggi, le varietà dominanti sono quelle autoctone come grechetto, malvasia e vermentino, per i bianchi, sangiovese e soprattutto ciliegiolo per i rossi. Quest’ultimo è il figlio prediletto delle nostre terre e rappresenta la base dei nostri vini più importanti.
I vini
Lo sforzo degli ultimi anni è stato quello di migliorare nettamente il livello dei vini ma soprattutto di legarli in maniera inscindibile al territorio da cui provengono. Per questo abbiamo puntato su varietà tradizionali, in vigna, compiendo una straordinaria crescita di consapevolezza in cantina. Possiamo dire che i vini Ruffo della Scaletta sono entrati in una nuova era: sia nella qualità, che non spetta a noi giudicare, sia nell’identità espressiva. Per farlo abbiamo avviato un grande percorso di ridefinizione stilistica, compiendo scelte radicali per avere vini autentici, artigiani e genuini.